Σημειώσεις ταξιδιού Παλαιολόγου στην Περέτολα
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Από ιταλικό χειρόγραφο στη Biblioteca Nazionale Centrale, Φλωρεντία (MS. II, IV, 128, fols. 108v-110r=Bibl. Magliabechiana, VI, 132). Μετάφραση στα αγγλικά στο Kenneth M. Setton, "The Emperor John VIII slept here", Speculum, Vol. 33, No. 2 (Απρίλιος 1958), σελ. 222-228 και στο Kenneth Meyer Setton, The Papacy and the Levant, 1204-1571, τόμος 2: The fifteenth century (Φιλαδέλφεια, 1978), σελ. 63-64. Ο Setton 1978 αναφέρει ότι το έγγραφο αυτό πρωτοδημοσιεύτηκε από τον Pietro Ferrato, Relazione di Giovanni de Pigli da Peretola intorno a un viaggio dell΄ imperatore di Costantinopoli fatto nel 1439 (Μπολώνια, 1807), από τον οποίο αναδημοσιεύθηκε με ελληνική μετάφραση από τον Σπ. Π. Λάμπρο, «Mία ἡμέρα Ἰωάννου τοῦ Παλαιολόγου ἐν Περετόλῃ τῆς Τοσκάνης», Δελτίον τῆς Ἱστορικῆς και Ἐθνολογικῆς Ἑταιρίας τῆς Ἑλλάδος, VI (Αθήνα, 1901), 351-57.
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Σύμφωνα με τον Setton 1978, ο Άντζελο ντι Τζάκοπο ντι Ντονάτο Ατσαγιόλι (Angelo di Jacopo di Donato Acciajuoli) ήταν δεύτερος ξάδελφος τού Αντόνιο Α΄ Ατσαγιόλι, Φλωρεντινού δούκα τής Αθήνας (πέθανε το 1435) και πρώτος εξάδελφος των δουκών Νέριο Β΄ και Αντόνιο Β΄. Ο Άντζελο ήταν οπαδός των Μεδίκων και εξορίστηκε στην Κεφαλονιά το 1433, όταν οι Ρινάλντο ντέλλι Αλμπίτσι και Πάλλα Στρότσι έδιωξαν τον Κόσιμο Μέδικο από τη Φλωρεντία. Chav Ηopf, Chroniques gréco-romanes inedites ou peu connues, Βερολίνο, 1873, σελ. 476. Wm. Miller, Latins in the Levant, Λονδίνο, 1908, σελ. 400. K. M. Setton. Catalan Domination of Αthens, 1311-1388, αναθ. εκδ., Λονδίνο, 1975, σελ. 205, 208. Πρβλ. Vespasiano da Bisticci, “Commentario della vita di Messer Agnolo Acciaiuoli” στο Archivio storico italiano, τόμ. IV, μέρος 1 (1843), σελ. 339-61 (όπου γράφονται πολλά για τις διπλωματικές δραστηριότητες τού Άντζελο, αλλά ο Vespasiano δεν γνώριζε τίποτε γι΄ αυτό το επεισόδιο και Niccolò Machiavelli, Istorie fiorentine, βιβλίο iv, κεφ. xxx, επιμ. Plinio Carli, I (Φλωρεντία, 1927), 227-29.
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A di 27 di luglio MCCCCXXXVIIII, trovandomi io Giovanni di Jachopo di Latino de’ Pigli in su lora di terza, o pocho prima, in sulla piaza di Peretola, vidi venire, dalla via di Prato, messere Angnolo di Jachopo Acciaiuoli chon alquanti famigli; et diricto senando alla porta della chiesa di Peretola, et fecie pichiare alchune volte. Et veggiendo io non gl’essere aperto, andai allui, et doman-da[i] lo quello andassi faciendo, et quello voleva dal priore, sella mia domanda era honesta. Rispuosemi:
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Ο Setton 1978 αναφέρει ότι στον καθεδρικό (Duomo) τού Πράτο υπάρχει ακόμη ο Άμβωνας τής Αγίας Ζώνης από τούς Donatello και Michelozzo (1439), ενώ εξωτερικά τού αριστερού διαδρόμου βρίσκεται το παρεκκλήσι τής Αγίας Ζώνης με τοιχογραφίες τού Angelo Gaddi (1367).
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Ο Setton 1978 σημειώνει ότι αναφορές στην κακή κατάσταση τής υγείας τού αυτοκράτορα Ιωάννη υπάρχουν στα Ελληνικά Πρακτικά τής Συνόδου τής Φλωρεντίας, στις ημερομηνίες 29 Aπριλίου και 10-13 Μαΐου 1439: Jos. Gill (επιμ.), Acta graeca, II, 414, 417 και πρβλ. Gill στο Orient. Christ. periodica, XIV, 314, 315, 345).
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Io vengho da Pistoia et da Prato in chompagnia dello imperadore di Chostan-tinopoli, il quale volle andare a vedere Pistoia ella Cintola di nostra Donna a Prato, e io gli fu dato in chompagnia dalla Signoria; et perche lora e tarda a irne in Firenze a mangiare, e lui e stracho et infermo, chome sai, volevo alloggiarllo in questa chiesa per insino a stasera.
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Io gli rispuosi:
Messere, io sono qui a chasa nostra e sonci solo; se quella fosse sofficiente a ricettare tanto signore, mi sarebbe singhulare piacere avisandovi che in essa nonne se non letta e’l ghuscio della chasa.
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Esso mi rispuose et disse:
Io avevo animo di chondurllo o a chasa Antonio di messere Ricciardo, o a chasa tua, ma chonsiderando che queste chose di brigha non erano da dare agli amici, nandavo qui a questo prete.
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Et quanto pote mi ringrazio et accietto di chondurllo a chasa nostra chon dirmi:
io non voglio tu ci metta niente del tuo se non la brigha della chasa, chelle spese gli fa il Chomune.
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E tornossi verso Prato, dove lomperadore fra via rischontro, et diritto a chasa nostra lo chondusse, nella quale venne chon quaranta in cinquanta chavagli molto bene a punto et chon molti suoi baroni, signori e gentili huomini; et perche lui era perduto delle ghanbe, entro insino nella nostra sala a chavallo sanza essere veduto dismontare da nessuno, se non dai suoi gientili huomini et famigli. Io gli avevo fatto aparechiare il letto di chamera aman mancha a entrare nella nostra sala chon quella chopritura vera cioe una sargia verde et uno paio di lenzuola bianche. Lui, sechondo compresi, non vi volle entrare, anzi si fecie fare in su due panche uno letucio cho uno materassino et chon uno tapeto allato alluscio della sala, a man sinis-tra allo entrare dentro, sotto la perghola; e quivi dormi uno sonno per insino che quegli suoi providono al suo mangiare. Et provisto ch’ebono, si fecie porre una tavoletta inanzi a quello lettucio, et io gli trovai delle tovaglie bianche; et quivi mangio solo, et gli altri suoi baroni e signori sotto la perghola et di fuori et dentro, chome alla sachomanna. Et gli altri famigli, dapoi ch’ebono mangiato, mangiarono in quello medesimo luogho.
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Στο κείμενο purslain.
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Et nota, chella prima vivanda mangio fu una insalata di porcellana et di prezemoli chon delle cipolle, et lui stesso la volle nettare. Dipoi ebono pollastri e pipioni lessi, e dipoi pollastri e pipioni squartati e fritti nella padella chon lardo. Et chome venivano le vivande, tutte gli eran poste davanti, et lui prendeva quello voleva, et mandava agli altri suoi; ellultima sua vivanda fu certe huova gittate in su i mattoni chaldi, dove serano chotte laltre chose; e messogliele in una schodella chon di molto spezie, non so inmaginare chome si eran fatte, ma chosi fu il vero.
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Στο κείμενο giuchare a tavole.
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Κυριάκος Αγκωνίτης.
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Messere Angnolo et io choi suoi famigli nandamo a disinare a chasa Antonio di messere Riciardo, dove la sua donna ci fecie chuociere i pollastri e pipioni gli aveano mandati chi era sopra le spese di detto signore, cioe il maziere della Signoria. Dipoi, quando credemo avesse disinato e riposatosi, ne venimo a chasa nostra, e lui trovamo giuchare a tavole chonuno suo barone; e chi stava a vedere e chi degli altri suoi sandavano a spasso per lorto, e chi a dormire perlle nostre chamere molto dimestichamente. Messere Angnolo et Ciriacho danchona, huomo dottissimo in grecho et in latino, e io ci stemo tutto giorno perlla sala, lui sempre giuchando a tavole et motteggiando chon quelli suoi.
Ο Setton 1978 σημειώνει ότι αυτή η γοητευτική εικόνα τού αυτοκράτορα Ιωάννη βρίσκεται σε αντίθεση με τη μάλλον σκληρή και προκατειλημμένη περιγραφή που έχουμε γι΄ αυτόν στα Απομνημονεύματα τού Συρόπουλου.
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Γύρω στις οκτώ για τον μήνα Ιούλιο.
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In sulla sera, a ore xxiii, e per ventura piu tardi, messere Angnolo mando per me, chero nellorto chon quelli suoi gientili huomini, et feciemi inginiochiare ai piedi del. detto imperadore; lui mi fecie ringraziare dal suo interpito dellonore che io gli avevo fatto del riceverllo in chasa, et fattomi proferere, semai chapitassi nesuoi terreni, mi farebbe onore, ec., e prese il nome mio, et chome si chiamava, dove era stato et feciene fare nota.
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Rispuosi alla sua maesta quello mando per animo et baciatoli il pie, dallui mi partii. I chavagli eran di gia sellati, et gran parte dei suoi baroni erano a chavallo per lo pratello, quando ciaschuno, da pochi in fuori, di sala si partiron; e menatogli il chavallo in sala, e serrato luscio, monto a chavallo, e tennono alla via di Firenze per lungho larno. Et noi dipoi, a chonmemorazione delle sudette chose, faciemo dipignere larme sua di sopra luscio della nostra sala, chome anchora si vede.